VENERDI' SANTO - Processione dei Misteri

Finalmente arriva la funzione più bella, la più significativa, la processione più riflessiva ed emozionante, la più sentita, la più impegnativa, il giorno più importante della Settimana Maggiore. Per i Confratelli tutto questo si traduce con solo due parole: Venerdì Santo!!!.
Intorno alle ore 15,00 (all’ora nona), ora in cui i Vangeli narrano che spirò in Croce Nostro Signore, il portone dell’antica sede della Confraternita si apre e lascia uscire il primo Confratello che a volto coperto e piedi nudi, impugnando con una mano il bordone e con l’altra la troccola, varca la soglia della Chiesa della Confraternita e da inizio alla “Processione del Venerdì Santo”. Una lunga troccolata ed ecco le prime note eseguite da uno dei due complessi bandistici; la Banda infatti è un elemento importante della Processione del Venerdì Santo che, con l’esecuzione delle cosiddette Marce Funebri (ma più che Marce sono vere e proprie Opere, alcune scritte appositamente per la Settimana Santa) crea la giusta atmosfera e aiuta i Confratelli e i fedeli a meditare meglio sulla passione e morte di Cristo.
Il Troccolante è la figura più importante della processione in quanto regola l’andamento della stessa e prende disposizioni solo e direttamente dal Priore; finita la marcia, scende i tre gradini della Chiesa ed ecco affacciarsi dal portone il Gonfalone nero della Confraternita a manifestare il lutto. Questo è a forma di vela ed ha al centro una tela tonda dipinta a mano, raffigurante la Madonna del Carmine e le anime del Purgatorio.
Dopo il Gonfalone è la volta di un altro simbolo molto importante della Processione: la Croce dei Misteri, su cui sono infissi tutti i simboli della passione di Cristo.
Dopo questi tre simboli la processione continua con l’uscita delle Statue dei Misteri che, oltre ad essere estremamente espressive, sono di eccezionale bellezza e di inestimabile valore artistico. Sono tutte in legno, con occhi di cristallo e scolpite a mano da scultori di scuola napoletana; le prime statue cioè Cristo all’Orto, alla Colonna, Ecce Homo e Gesù Cadente furono realizzate dallo scultore Giuseppe Greco nel 1834/36, mentre quella del Cristo Morto è stata realizzata dallo scultore napoletano Giuseppe Pagano nel 1799, scolpita in un unico blocco di legno. Di autore ancora ignoto invece risulta la statua della Vergine Santissima Addolorata, anch’essa lignea, che però risulta inventariata nei registri dei beni mobili della Confraternita fin dai primi del '700.
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La prima statua ad uscire "nazzicando" dalla Chiesa del Purgatorio è Gesù nell’Orto degli ulivi, questa statua rappresenta Cristo in preghiera nell’Orto del Getsemani e l’apparizione dell’angelo mandato da Dio a confortarlo dall’angoscia, che gli aveva fatto trasformare il sudore della fronte in sangue.
Appena la statua di Gesù all’Orto lascia il sagrato della chiesa, ecco affacciarsi la statua di Gesù alla Colonna che vuole farci meditare il momento in cui Nostro Signore viene flagellato dopo il suo arresto e poi riportato dinanzi a Pilato.
Dopo Gesù alla Colonna segue l’Ecce Homo, espressione latina che significa "Ecco l’Uomo".

Questa statua rappresenta Cristo quando venne presentato alla folla con la corona di spine, lo scettro di canna e il mantello porpora.
L’uscita della processione prosegue con Gesù Cadente; questa statua ricorda una delle tre cadute di Cristo, ormai stremato per la fatica nel trascinare il pesante legno della Croce, mentre percorreva la via che porta al luogo detto Golgota o del Cranio dove venne Crocifisso.
Proprio questo momento, cioè quello della Crocifissione, è rappresentato dalla statua del Crocifisso, unica in cartapesta di scuola leccese ma anch' essa pregevole e con occhi di cristallo.
Dopo l’uscita della statua del Crocifisso ci viene offerto di meditare su un altro momento della passione di Cristo, quando Gesù viene calato giù dalla Croce ed avvolto in un lenzuolo comprato da Giuseppe di Arimatea; questo momento è rappresentato dalla nuda Croce detta Sacra Sindone, una croce con un lenzuolo avvolto sopra di essa, con evidenti i fori dei chiodi.
Poi tutti osservano in silenzio e chinano il capo, si segnano con la croce; si affaccia sul sagrato della chiesa la statua di Gesù Morto, di eccezionale bellezza artistica, scortata da due Carabinieri in alta uniforme e da quattro Cavalieri, posti d’onore riservati un tempo ai nobili del paese, ora ai fedeli che si distinguono particolarmente per le opere buone nei confronti della Confraternita e della Chiesa, la cui scelta è prerogativa del Priore del Sodalizio.
Appena lasciato il sagrato la statua di Gesù Morto, ecco affacciarsi la statua della Vergine Santissima Addolorata.
Questa immagine lignea ha un espressione molto eloquente; lo scultore ancora ignoto di questo simulacro, fa trapelare armoniosamente, fissando negli occhi la dolce Madre Nostra, tristezza, rassegnazione, dolore e amarezza.
Infine seguono la statua dell’Addolorata un’altra banda musicale e tantissimi fedeli.
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E’ ormai giunta la sera, quando il sole ormai calante distende i suoi ultimi raggi nel cielo, formando delle sfumature color pesco che incorniciano le statue in uno spettacolare sfondo; le particolari armonie musicali muovono le statue che "nazzicando, nazzicando" si apprestano a compiere il loro lavoro evangelico.
Alle tre di notte il troccolante muove ancora un passo sopra il gelido marmo del sagrato del tempio, avanza la stanchezza, il freddo, ma il solo pensiero di aspettare un altro anno per compiere questo pellegrinaggio è in grado di annientare tutto. Si deve proseguire ... ma i piedi involontariamente si inchiodano lì, di fronte al portone.
Sui due lati è disposta la gente, ma il silenzio ossequioso rende ancora più suggestivo questo momento. Ancora un’altra "nazzicata" e poi, finita la marcia, cala da sotto al braccio, dove era trattenuta, la troccola e, agitandola, avanza, sale i tre gradini, alza il bordone e primo ... secondo … terzo tocco, il portone si spalanca per far rientrare tutti i pellegrini; un’altra lunga, ultima "trucculisciata" e, rientrando, saluta solennemente la Vergine e posa la troccola sull’Altare.
Qui trattenere la commozione diventa impossibile, la tristezza partita da questo Confratello aleggia, si propaga e si raddoppia giungendo fino in fondo all’ultimo Confratello portatore dell’Addolorata, che in un sentimento fuso tra tristezza e rassegnazione, si appresta anche lui al triste momento del rientro.
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Sono entrate le prime Statue, il Priore e i suoi coadiutori sono affannati dal lavoro per garantire l’ottimizzazione dell’entrata; sul sagrato, intanto, è arrivato Gesù Morto.
"Christus" di Rizzola propone la banda ed i confratelli, pur essendo stanchi, si concedono l’ultima e spettacolare "nazzicata".
Il suono dell’oboe si spande, c’è tanta tristezza, la gente si stringe l’una all’altra e osserva il Confratello che teneramente appoggia la testa sulla "sdanga", come per accarezzarla; è ormai stremato ma non può rinunciare, non può mollare proprio ora.
Vivendo o assistendo a queste scene anche i cuori più duri diventano fragili, oggi è concesso piangere, oggi non si possono trattenere le emozioni! Intanto è finita la marcia … bisogna entrare! Ora inizia a scorgersi la Vergine Addolorata. E’ calato di nuovo il silenzio, un rispettoso silenzio regna sovrano sulla piazza.
Gli occhi rossi dalle lacrime di qualche fedele che devotamente chiede una grazia, sfiorando delicatamente il manto di Maria, con passo incerto ci si avvicina sempre di più all’entrata, poi arriva imperioso il comando del capogruppo e, abbassata la statua trattenendo con le mani le sdanghe in legno della base, entrano … hanno gli occhi pieni di lacrime, la gente è commossa e facendosi il segno della croce guarda il volto della Vergine che man mano si allontana.
Entrati in chiesa si è inondati da qualcosa che accomuna tutti, non si sa descrivere quali siano i sentimenti che vagano nell’animo dei confratelli; c’è tristezza, ma qui si trova sempre la spalla di un altro confratello che stringendoti in un abbraccio ti consolerà.
Poi il portone si chiude, le luci si spengono ... ora , fratelli, "tutto è compiuto"!
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- Testo a cura di Filippo Stellato, tratto dall' opuscolo realizzato dalla Confraternita del Purgatorio "La Confraternita, l' Ordine Carmelitano, i riti della Settimana Santa".
- Foto tratte da Facebook -Gruppo "Confraternita del Purgatorio/Carmine Pulsano".





** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento alla Confraternita del Purgatorio, nelle persone di Giovanni Di Maggio (priore) e Filippo Stellato, per il materiale fotografico e le notizie sulla Settimana Santa di Pulsano.